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ACOS

L’asma bronchiale e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) sono malattie croniche con elevata prevalenza nella popolazione generale. Sebbene sia riconosciuta una notevole differenza nella loro fisiopatologia, in determinate circostanze le due malattie possono convergere nello stesso paziente. Ciò ha indotto a definire una nuova entità

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L’ipotesi olandese

L’ipotesi olandese suggerisce che l’asma, la bronchite cronica e l’enfisema siano varianti della stessa malattia, che viene modulata da fattori ambientali e genetici esitando in entità patologicamente distinte.

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Errori in terapia

non corretta agitazione della bomboletta prima dell’uso non corretta assunzione della posizione eretta prima dell’inalazione incapacità di espirare completamente l’aria contenuta nei polmoni prima di inalare il farmaco non espirare profondamente prima dell’erogazione se l’erogatore viene premuto prima o dopo l’inspirazione, il farmaco non arriva

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Fenotipi ACOS

Zeki e collaboratori hanno descritto due fenotipi clinici per la definizione dell’ACOS: malattia allergica coerente con asma, cioè ostruzione variabile con incompleta reversibilità o iperreatività bronchiale (con o senza enfisema o ridotta DLCO BPCO con enfisema accompagnato da reversibilità anche parziale dell’ostruzione delle vie aeree

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ACOS

Per diagnosticare l’ACOS alcuni autori hanno proposto, in pazienti a cui è già stata diagnosticata la BPCO, due criteri maggiori e due minori. Criteri maggiori: un test di broncodilatazione spiccatamente positivo (aumento del FEV1 ≥15% e ≥400 ml) eosinofilia nell’espettorato storia personale di asma. Criteri

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Erogatori predosati (MDI)

Gli erogatori pressurizzati predosati (metered dose inhalers, MDI) sono le ben note “bombolette spray” introdotte negli anni ’60. Sono erogati sotto forma di spray. La bomboletta contiene una soluzione (o sospensione) di farmaco sotto pressione. Ogni volta che l’erogatore viene premuto emette una dose prestabilita

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Spaziatori

Per facilitare l’erogazione del farmaco per via inalatoria e veicolarne la massima quota ai polmoni, possono essere utili gli spaziatori: evitano gli episodi di tosse che si possono verificare per la presenza di gas propellenti o di sostanze per aromatizzare il farmaco aumentano la disponibilità

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Inalatori

Da alcuni anni sono disponibili inalatori di polvere (drypowd inhalers, DPI) che offrono alcuni vantaggi rispetto agli spray.  Con l’erogatore di polvere, il paziente compiendo un’inspirazione aspira direttamente una dose di farmaco. Non necessita quindi di coordinazione tra mano e respiro, non deve agitare l’erogatore

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Consigli per la terapia inalatoria

E’ consigliabile: creare un vero e proprio automatismo nella somministrazione della terapia, individuando tempi della giornata e luoghi della casa dove rendere visibili i farmaci, riducendo in questo modo il rischio di dimenticare la costanza e la precisione nelle somministrazioni la bomboletta va posta a

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Le 3 C di aderenza

CONSAPEVOLEZZA: il paziente deve essere consapevole della sua malattia, delle cure disponibili e del loro obiettivo; scarsa informazione, conoscenze poco corrette, difficoltà a riconoscere ed accettare le caratteristiche della malattia (cronicità, necessità di un trattamento a lungo termine..) sono il punto di partenza per scarsa