I broncodilatatori
I farmaci broncodilatatori rappresentano il cardine del trattamento della BPCO. I broncodilatatori disponibili per il trattamento della BPCO sono 1) beta 2 agonisti a lunga durata d’azione: salmeterolo, formoterolo, indacaterolo (LABA); 2) anticolinergici a lunga durata d’azione: ipratropio, tiotropio (LAMA); 3) teofillina a lento rilascio. Questi farmaci sono efficaci nel migliorare il calibro bronchiale, ridurre le resistenze delle vie aeree e favorire la desufflazione polmonare. Queste variazioni fisiologiche si associano a miglioramento dei sintomi, in particolare la sensazione di dispnea e la tol- leranza all’esercizio fisico. E’ stato dimostrato che il miglioramento dei sintomi ad opera dei broncodilatatori si ottiene anche con modificazioni apparentemente modeste del FEV1, dato che contemporaneamente si ottiene un miglio- ramento dei volumi statici polmonari (aumento della Capacità Inspiratoria, riduzione della Capacità Funzionale Residua e del Volume Residuo) che spiega il miglioramento della dispnea. Ciò spiega l’efficacia della terapia broncodilatatrice anche nei soggetti che mostrano una non significativa risposta al test di broncodilatazione con salbutamolo. I broncodilatatori si sono dimostrati efficaci anche nel ridurre la frequenza delle riacutizzazioni della BPCO. Poiché non è stato dimostrato che i broncodilatatori abbiano la capacità di modificare l’infiammazione bronchiale, l’effetto di prevenzione delle riacutizzazioni potrebbe essere attribuito al mantenimento del calibro bronchiale, con conseguente minor stress sulle vie aeree periferiche e riduzione dei fenomeni infiammatori conseguenti. La teoria che il mantenimento della pervietà delle vie aeree possa determinare una riduzione delle riacutizzazioni è indirettamente confermata dalla riduzione delle riacutizzazioni nei pazienti sottoposti ad intervento di riduzione volumetrica, intervento che determina un sensibile miglioramento del FEV1.