Deficit α 1 antitripsina

Conditions_associated_with_Alpha-1_Antitrypsin_Deficiency.pngIl deficit di alfa-1-antitripsina (AATD) è una malattia autosomica codominante, che aumenta il rischio di sviluppare vari tipi di patologie tra le quali, di maggior rilievo epidemiologico, quella polmonare (BPCO, enfisema) e quella epatica (cirrosi, carcinoma epatico) Le due varianti deficitarie più comuni nella popolazione caucasica sono PI*S e PI*Z. Studi epidemiologici recenti sottolineano quanto una malattia rara come l’AATD sia, in realtà, una condizione sottodiagnosticata e uno dei più comuni disordini ereditari gravi a livello mondiale. Tra le varie cause che rendono questa patologia sotto-diagnosticata, la principale è senza dubbio la sua classificazione come BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva) che, confondendosi, per ciò che attiene il fenotipo clinico, nella grande maggioranza di soggetti BPCO con livelli normali di AAT, ritarda la diagnosi.. La penisola Italiana è considerata una regione a media/bassa prevalenza di AATD. E’attivo in Italia un Programma Nazionale di Screening per AATD. Si tratta di uno screening rivolto a soggetti con sospetto deficit ereditario di AAT, perciò, secondo le linee guida internazionali:

  • pazienti adulti sintomatici con enfisema, BPCO o asma con ostruzione incompleta e reversibile delle vie aeree
  • individui asintomatici ma con ostruzione persistente delle vie respiratorie, diagnosticata sulla base di test di funzionalità respiratoria, ed esposti a fattori di rischio (fumo di sigaretta, esposizione a polveri)
  • individui con inspiegabile patologia epatica
  • adulti con pannicolite necrotizzante
  • soggetti con evidenza di familiarità della patologia.

A carico dell’apparato respiratorio il quadro clinico più frequente è rappresentato dall’enfisema, ma è possibile osservare la presenza di casi di bronchite cronica, sindrome disreattiva delle vie aeree (cosiddetta “reactive airways syndrome”) o, seppur più raramente, bronchiectasie, polmoniti recidivanti, pneumotorace. L’enfisema da deficit di AAT presenta alcune peculiarità:

  • si sviluppa precocemente, nella terza o quarta decade di vita
  • caratterizzato da una distruzione parenchimale prevalente ai campi polmonari inferiori che trova riscontro in una iperdiafania basilare alla radiografia del torace; la distribuzione prevalente alle basi è dovuta al rapporto ventilazione/perfusione del polmone e alla relativa maggior perfusione in queste zone polmonari, responsabile di un maggior carico di elastasi rispetto agli apici
  • presenta una morfologia di tipo panacinare.

Dal punto di vista clinico l’enfisema da deficit di AAT presenta molti aspetti in comune con l’enfisema classico. Il sintomo principale è la dispnea, progressiva ed ingravescente, che si manifesta inizialmente solo durante sforzi intensi, per presentarsi poi durante sforzi di intensità progressivamente minore; la comparsa della dispnea è in genere precoce in quanto inizia a manifestarsi verso i 30-40 anni, specie se il soggetto è fumatore; negli stadi più avanzati questi pazienti svilupperanno insufficienza respiratoria con ipertensione arteriosa polmonare. In questi pazienti è però frequente anche un quadro di bronchite cronica, con un’elevata incidenza di tosse produttiva. Alla radiografia del torace è caratteristica l’osservazione di una iperdiafania prevalente alle basi, ma molto più suggestiva risulta la TC del torace ed in particolare l’HRCT che mostra i reperti tipici dell’enfisema caratteristico di questa condizione (panacinare e, nei casi più avanzati a grosse bolle). Le prove di funzionalità respiratoria mostrano un declino annuo del FEV1 circa doppio rispetto ai controlli ed una riduzione della DLCO 10 volte maggiore. Da ciò deriva la ridotta aspettativa di vita rispetto ai controlli (16% a 60 anni contro l’85% della popolazione generale).

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