Cuore polmonare cronico

Si definisce cuore pomonare cronico (CPC) la dilatazione- ipertrofia con insufficienza del ventricolo destro da aumentata pressione nel letto vascolare polmonare; deve quindi preesistere una patologia polmonare. Pertanto, il cuore polmonare:

a) non è una malattia primitiva del miocardio ma sempre secondario ad alterazioni polmonari

b) non può esistere cuore polmonare cronico senza aumento della pressione arteriosa polmonare

c) lo scompenso destro può verificarsi anche in assenza di patologia polmonare (valvulopatie, miocarditi); data l’elevata compliance e la bassa resistenza del circolo polmonare, occorre che ne vengano resi inservibili almeno i 2/3 perchè le resistenze vascolari aumentino significativamente, ripercuotendosi sul cuore destro.

Il cuore polmonare  s’instaura nel giro di anni, perché le patologie polmonari che lo generano sono a lenta progressione. 
La vasocostrizione generale del piccolo circolo è stimolata dall’ipossia. Nel caso che vi sia una compressione o irrigidimento delle arterie polmonari nei rami più distali (fibrosi diffusa, BPCO, enfisema, carcinomi infiltranti), l’ipertensione polmonare peggiora ulteriormente. L’ipoventilazione e lo squilibrio tra ventilazione e perfusione cronico inducono anche poliglobulia ed iperviscosita’ ematica, le quali a loro volta aggravano l’ipertensione polmonare cronica. Se le alterazioni durano abbastanza a lungo, l’intima si ispessisce e l’ipertensione diventa una condizione cronica, alterando il cuore destro. Il cuore destro compensa dapprima con ipertrofia e poi con dilatazione per mantenere una perfusione adeguata del piccolo circolo. Questo spiega l’insorgenza di cuore polmonare cronico nelle fasi avanzate delle malattie croniche.