Rischio post-chirurgico nel BPCO

Tra tutte le procedure di screening, per decidere l’elegibilità dei pazienti all’intervento di resezione polmonare. la spirometria offre il vantaggio di essere ovunque disponibile, economica e di rapida esecuzione. In particolare, il FEV1 post-operatorio predetto è il parametro più utilizzato per la stratificazione del rischio operatorio in chirurgia pneumologica ed è ampiamente raccomandato dalle linee guida della British Thoracic Society  (BTS) e dell’American College of Chest Physicians (ACCP). La formula impiegata per il calcolo del FEV1 post-operatorio predetto (ppo FEV1) è la seguente:

LOBECTOMIA

ppo FEV1= FEV1 preoperatorio x (1-a/b)

ppo DLCO= DLCO preoperatorio x (1-a/b)

PNEUMONECTOMIA

ppo FEV1= FEV1 preoperatorio x (1- frazione di perfusione del polmone da resecare)

ppo DLCO= DLCO preoperatorio x (1- frazione di perfusione del polmone da resecare)

legenda: ppo= predetto postoperatorio;  a= numero di segmenti non ostruiti da resecare; b= numero di segmenti totali non ostruiti

Numerosi autori hanno fatto osservare che se una o più sezioni polmonari è caratterizzata da un’ostruzione, l’applicazione della formula suddetta si traduce in una sottostima del FEV1 effettivo post-operatorio di almeno 150-250 mL nel caso di una lobectomia e fino a 500 mL nel caso di una pneumonectomia. Ciò è presumibilmente dovuto al fatto che, in pazienti con BPCO, la riduzione di volume polmonare a seguito della resezione può addirittura determinare un miglioramento della funzione respiratoria e della tolleranza all’esercizio fisico, un effetto che si manifesta precocemente, fin dai primi giorni dopo l’intervento, bilanciando qualsiasi effetto fisiologico negativo indotto dalla toracotomia e dalla resezione stessa. Oltre alla sua scarsa predittività nei pazienti con BPCO, il FEV1 post-operatorio predetto sottostima largamente la riduzione effettiva del FEV1 nell’immediato post-operatorio, cioè nella fase più a rischio di complicanze. In definitiva, l’utilizzo di un parametro così scarsamente correlato con la funzione polmonare effettiva della fase post-chirurgica critica è assai poco giustificabile e appare come un debole surrogato del FEV1 rilevato nell’immediato post-operatorio (che può essere fino al 30% inferiore rispetto al predetto).