La muscolatura nella BPCO

Evidenze scientifiche dimostrano come l’anormalità dei muscoli scheletrici costituisca una delle principali manifestazioni della BPCO. Ciò configura un quadro di circolo vizioso di inattività, decondizionamento fisico e dispnea, in cui l’inattività fisica può essere descritta come una conseguenza della malattia ostruttiva cronica, ma anche una causa della progressione della BPCO. La disfunzione dei muscoli scheletrici è caratterizzata da una perdita di massa muscolare, fenomeno noto come sarcopenia; a ciò può sommarsi la disfunzione della restante quota muscolare, verosimilmente secondaria ad alterazioni muscolari intrinseche (anormalità mitocondriali e perdita di proteine contrattili) o ad alterazioni dell’ambiente esterno in cui il muscolo lavora (ipossia, ipercapnia e acidosi), conseguenti alle anormalità dello scambio gassoso polmonare caratteristico della BPCO. Una delle principali cause di disfunzione del muscolo scheletrico nei BPCO è rappresentata dalla sedentarietà. Il regime di vita sedentario, e ancor di più l’allettamento, sono responsabili di una perdita netta di massa muscolare, riducono la capacità del muscolo di generare forza e la sua resistenza alla fatica, fenomeni esagerati dall’invecchiamento che comporta la riduzione fisiologica delle fibre muscolari. L’ipossia tissutale contribuisce alla disfunzione del muscolo scheletrico in quanto in grado di sopprimere la sintesi proteica nelle cellule muscolari, e determinare alterazioni strutturali e funzionali del muscolo scheletrico. Inoltre, nella BPCO l’incremento di citochine proinfiammatorie, in particolare il TNF-α, può indurre un aumento del catabolismo proteico che conduce da un lato alla perdita di peso corporeo e, dall’altro, alla riduzione della massa muscolare. A ciò va aggiunto lo stress ossidativo, che facilita la proteolisi e contribuisce alla perdita di massa muscolare. Ovviamente va ricordato il ruolo della terapia corticosteroidea prolungata per via sistemica,  che può causare debolezza muscolare, nonché dei farmaci β-adrenergici che possono causare incremento del consumo di O2, condizione responsabile dello stress ossidativi.