Insufficienza respiratoria

La definizione esatta di insufficienza respiratoria (IR) è di riduzione della PaO2 al di sotto dei 60mmHg. Tale valore è stato scelto perché al di sotto di esso la saturazione dell’emoglobina comincia a scendere in maniera critica. Quindi per definire un soggetto con IR è necessario conoscere la sua PaO2 (solitamente con l’emogasanalisi o in maniera imprecisa con la saturimetria). Nella definizione di IR non si fa cenno all’anidride carbonica o CO2: l’aumento della PaCO2 oltre i 50 mmHg individua l’ipercapnia. L’insufficienza respiratoria ipercapnica è da considerasi più severa. Il termine di IR si riferisce ad una condizione fisiopatologia in cui lo scambio dei gas è alterato (per cause polmonari e non). A seconda del tempo che impiega a instaurarsi, si parla di IR acuta o cronica. Si distinguono una IR ipossica ed una ipossico- ipercapnica. Può esserci ipossiemia senza ipercapnia, mentre non si verifica praticamente mai la situazione opposta. In genere quindi l’ipercapnia è indice di gravità della situazione. Inoltre, l’aumento della CO2 conduce a diminuzione del pH del sangue (acidosi). Dal punto di vista clinico: a) segni dell’ipossia: alterazioni del sistema nervoso centrale (sopore, apatia, affaticamento, ridotta tolleranza allo sforzo) e della funzione cardiovascolare (inizialmente tachicardia ed ipertensione arteriosa, in seguito bradicardia, insufficienza contrattile e shock cardiogeno), cianosi (che indica la desaturazione dell’emoglobina); segni dell’ipercapnia (disturbi neurologici con agitazione, confusione, sedazione).